Reggio Emilia
Corso Garibaldi
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Corso Garibaldi


Corso Garibaldi si snoda come un serpente nel centro storico di Reggio. La sua forma denuncia la sua origine: Corso Garibaldi, e la sua continuazione Via Ludovico Ariosto, nascono dall’interramento del torrente Crostolo che proprio qui scorreva fino al XII secolo.

Anonimo, Statua del Crostolo, antecedent|...

Anonimo, Statua del Crostolo, antecedente al 1754


Corso Garibaldi, tradizionalmente chiamato “corso della Ghiara”, è un grande asse viario, vivace e alberato, fiancheggiato da nobili e eleganti palazzi. E’ anche uno dei luoghi dove si incrociano storie e leggende della città.
Antico alveo del Crostolo, ricoperto, come detto nel tardo medioevo, fu scenario nel 1596 del miracolo di Marchino, giovane sordomuto che riacquistò la parola dopo aver visto l’immagine della Madonna. Proprio a causa di questo fatto prodigioso, a metà fra la realtà storica e la leggenda popolare, si eresse lo splendido santuario della Madonna della Ghiara che ancora oggi si affaccia sul Corso.

G. Bianchi detto il Bertone, La Beata Ve|...

G. Bianchi detto il Bertone, La Beata Vergine della Ghiara, 1569


Sempre lungo il Corso, si correva il Palio di San Prospero e la Quintana. Vera e propria quinta, qui si allestivano processioni religiose e feste popolari.
Oltre il santuario della Ghiara, sempre su Corso Garibaldi, si affacciano il palazzo Magnani, il palazzo Panciroli Trivelli, dove dormì Napoleone, e il palazzo Coop, dove sono conservati i bei affreschi d’inizio cinquecento che ornavano la casa Vicedomini che qui sorgeva e che è stata demolita.

Giano Bifronte, 1576, attribuito a Prosp|...

Giano Bifronte, 1576, attribuito a Prospero Sogari detto il Clemente


Bello anche il palazzo Becchi con un Giano bifronte sulla facciata, e il seicentesco palazzo della Bonifiche.
A testimonianza ancora della centralità politica, sociale e culturale di questa via, non si può non ricordare il palazzo ex Ducale, situato strategicamente proprio di fronte alla basilica della Ghiara, ora sede della Prefettura. Belli, all’interno, gli affreschi ottocenteschi di Minghetti e Carnevali.

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