L'edificio che la ospita fu fatto appositamente edificare su progetto dell' Ing. Ascanio Ferrari. Il palazzo è un insolito esempio di architettura eclettica in forme composite francesi e spagnole fra gotico e rinascimento (portale moresco originale proveniente dal palazzo Morel di Valencia).
Lo stile eclettico della Galleria Parmeggiani. Opera dell'ing. Ascanio Ferrari, inizio del XX sec
La collezione fu costituita fra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 dal mecenate e pittore asturiano Ignacio Leòn y Escosura che era in rapporti di parentela e affari con Louis Marcy, noto e abile produttore di oggetti in stile medievale e rinascimentale.
Salone centrale
Luigi Parmeggiani venne in possesso della collezione e vi aggiunse il lascito del pittore Cesare Detti di cui era genero. Nel 1924 Parmeggiani (che era espatriato per ragioni politiche dall’Italia nel 1889) trasferì in Italia la collezione d'arte e decise di far costruire questo edificio per ospitarla. Palazzo e collezione vennero cedute al comune nel 1932. La raccolta comprende le contraffazioni provenienti dalla bottega parigina di Marcy, ma annovera però anche un gran numero di pezzi originali.
Sala Spagnola
Vista la grande quantità di copie e falsi, però, è difficile trovare, in quest’insieme composito, la linea di confine fra le opere reali e le contraffazioni, fra la realtà e la finzione. Ciononostante il lascito Parmeggiani colpisce nel suo insieme per la vastità e la eterogeneità delle opere conservate. Alcune di notevole pregio artistico e storico.
L’atrio, per esempio, insieme a clamorosi falsi (come i finti affreschi pompeiani) raccoglie dei bei capitelli originali provenienti da edifici sacri medievali francesi e emiliani.
Nel salone centrale, il cuore del palazzo, si segnalano un bel trittico fiammingo attribuito al Van Eyck, un Cristo benedicente del Greco, una Madonna in adorazione del bambino del Sassoferrato.
Polittico spagnolo
Domenico Theotocopulos detto El Greco, Il Redentore
Trittico di fiammingo ignoto
Altri quadri hanno avuto assegnazioni disparate e incerte, ma rivelano in genere una buona fattura. Di valore anche il mobilio d’epoca e la raccolta di maioliche.
Salone centrale
Le altre sale sono divise per tipologie di oggetti presentati.
Nella sala dei Gioielli si trovano una serie di smalti antichi di Limoges. Nella sala Detti c’è una bella raccolta di ritratti di famiglia mentre nella sala Escosura sono visibili dipinti a soggetto storico dello stesso Escosura. La sala Spagnola contiene una della più complete raccolte di arte iberica dell’Emilia: oltre a oggetti e suppellettili, si noti il Ritratto di matematico opera matura di Jusepe de Ribeira. Nella sala fiamminga belle tele seicentesche e un Frate in meditazione di Quentin Matsys. La sala dei Costumi e la sala dei Velluti raccolgono abiti e accessori dal XVIII al XIX sec.
Sala Detti