E’ la piazza più importante della città. Qui si concentrano le principali sedi civili e religiose. Ha, nei secoli, cambiato nome diverse volte, ma per i cittadini di Reggio è sempre stata la “Piazza Grande”.
Piazza Grande dal balcone del Municipio
Mercato in Piazza Grande
Su '“Piazza Grande” si affacciano la Cattedrale col Battistero Romanico, e il Municipio con la grande sala settecentesca del Tricolore.
La facciata del Municipio vista dal balcone del Palazzo del Capitano del Popolo
Piazza Grande è anche luogo di incontro e socializzazione
Sulla colonna di sinistra del Battistero sono scolpite le misure lineari del “braccio” e della “pertica” a testimoniare come questa piazza sia stata sempre un centro di incontri e scambi commerciali.
Palazzo del Monte di Pietà, costruito intorno al 1188 e sede del Comune fino ai primi decenni nel XV secolo
Gli edifici religiosi sono concentrati sul lato levante della piazza (palazzo Arcivescovile, Cattedrale, palazzo dei Canonici, Battistero), tra questi edifici si apre la vecchia strada, in parte coperta, detta ''il Broletto''.
Facciata romanica con sovrapposizione marmorea del Clemente, XVI sec.
Ingresso del Broletto in Piazza Prampolini
La facciata del Duomo incorniciata dal portico di via Palazzolo
Il breve lato sud è occupato interamente dal palazzo del Comune. A occidente, si trova l’antica casa delle Notarie con il portico dove un tempo esercitavano i notai della città, le Farmacie Comunali e l’imbocco della bella galleria S. Maria.
Sul lato nord della piazza, interamente occupato della mole del palazzo del Monte, si erge la statua raffigurante il Fiume Crostolo che era collocata nel parco di Villa D'Este a Rivalta.
Statua del Crostolo
La statua raffigurante il Crostolo, posta su di un lato di Piazza Prampolini, proviene dalla Villa Ducale di Rivalta, dove era già presente nel 1754.
Anonimo, Statua del Crostolo, antecedente al 1754
Insieme alle statue dei fiumi Secchia e Panaro faceva parte del complesso ornamentale del parco della Villa. Alcuni autori la attribuiscono a Giovan Battista Bolognini.