Il palazzo Becchi-Magnani, dalla bella facciata neoclassica, si trova su Corso Garibaldi dove un tempo scorreva il Crostolo: se si osserva il prospetto dell’edificio verso levante si nota che esso è fatto con i ciottoli del torrente poi deviato fuori dalla città.
Facciata del 1841
Incerta la data di fondazione del palazzo: le prime notizie certe risalgono al 1608, ma il Giano bifronte in marmo (attribuito al Clemente), posto sull'angolo con Via Vicedomini porta la data 1576.
Giano Bifronte, 1576, attribuito a Prospero Sogari detto il Clemente
Il palazzo appartenne, per un secolo, ai conti Becchi, per poi passare, all'inizio del Settecento, a un'altra famiglia nobile, i Chioffi, che nel 1841 ne promossero restauri importanti, dando all'edificio la configurazione attuale.
Cortile
Viene infatti inserito uno scalone monumentale che conduce dal cortile al piano nobile e vengono completati le decorazioni dei soffitti iniziate il secolo prima.
Soffiti dipinti al piano nobile
Le successive vicende del palazzo furono piuttosto travagliate: la proprietà passò alla Cassa di Risparmio di Reggio Emilia; nel 1877 venne acquistato dalla Famiglia Ottavi, che, infine, nel 1917 lo cedette a un possidente di Villa Gaida, Giuseppe Magnani. Il figlio di questi, Luigi Magnani, raffinato studioso d'arte, collezionista, musicologo e scrittore, sarà l’ultimo abitante della nobile dimora.
L'intero palazzo, già vincolato nel 1962, viene acquistato dalla Provincia di Reggio Emilia nel 1989 che subito avvia i lavori di restauro, conclusi con l'inaugurazione del 26 aprile 1997.
La vocazione di prestigiosa sede espositiva e di luogo di cultura di Palazzo Magnani si era già manifestata nel 1984, quando la Provincia vi promosse l'esposizione dei "Capolavori della pittura antica della Fondazione Magnani-Rocca".
È stato con uno degli artisti più raffinati di questo secolo, Georges Braque, che Palazzo Magnani ha avviato la sua attività espositiva, riproponendosi alla vita culturale reggiana e nazionale.